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La Biblioteca di Pergamo

  • Simone Clark
  • 16 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

La biblioteca di Pergamo, talvolta chiamata biblioteca degli Attalidi (dinastia dei regnanti di Pergamo), fu uno dei più grandi centri di cultura greca dell'età ellenistica. Dal III secolo a.C. sviluppò un clima favorevole alla cultura, soprattutto grazie alla figura del re Attalo I, e soprattutto al successore Eumene II, grazie al quale si deve la costruzione della Biblioteca. Eumene II chiamò a corte Cratete di Mallo, filosofo stoico e studioso di Omero, che perfezionò la tecnica per produrre la pergamena, già conosciuta ma non ancora ampiamente sfruttata. Secondo lo storico Plinio il Vecchio, questo supporto fu inventato dallo stesso Eumene II in seguito a un editto del sovrano egizio Tolomeo V che vietò l'esportazione dei rotoli di papiro da Alessandria, per evitare l'incremento della rivale di Pergamo. La Biblioteca era composta da papiri provenienti dall'Egitto vergati dagli amanuensi su rotoli di pergamena ( volumen = dal lat. --> avvolgere) e debitamente riposti ben arrotolati. È qui che ha inizio la storia del libro come lo conosciamo oggi: infatti furono i bibliotecari di Pergamo che ebbero l'idea di tagliare i fogli e rilegarli con la forma che oggi conosciamo.




Situata nella parte settentrionale dell'Acropoli, divenne una delle più importanti biblioteche antiche fino a quando, nel 47 a. C. una delle biblioteche di Alessandria fu distrutta da un incendio, occasionato da un combattimento tra Cesare e Achilla; fu allora che Antonio donò a Cleopatra, per compensarla della perdita come regalo di nozze, duecentomila volumi tolti alla biblioteca degli Attalidi, svuotando così gli scaffali e facendo terminare quindi il predominio della Biblioteca di Pergamo. Non esiste oggi un indice o catalogo dei contenuti della biblioteca, rendendo impossibile conoscere la vera dimensione e la portata di questa collezione.



Resoconti storici sostengono che la biblioteca possedesse una grande sala di lettura principale con molte mensole. Uno spazio veniva lasciato vuoto tra le pareti esterne e le mensole per permettere la circolazione dell'aria, con lo scopo di evitare che la biblioteca diventasse eccessivamente umida nel clima caldo dell'Anatolia e può essere visto come un primo tentativo di conservazione preventiva del libro. I manoscritti erano scritti su pergamena, arrotolati e poi archiviati su questi scaffali. Una statua di Atena, la dea della saggezza, si trovava nella principale sala lettura.

 
 
 

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